Il Profumo del Tempo

Mostra collaterale presso lo STAND nr. 47 Fondazione AIRC

Collezionismo, un hobby che spesso diventa una vera e propria passione per oggetti di una particolare categoria, siano essi oggetti d’arte oppure abituali, che con le loro forme ci ricordano azioni del quotidiano o celano simbologie.
In questa edizione Fondazione AIRC ha voluto portare in mostra una curiosa collezione di bottiglie da profumo del XIX e XX secolo.
L’invenzione del profumo, presupponeva la creazione di un contenitore che potesse preservare le sue caratteristiche il più a lungo possibile.
Dato che il profumo contenuto era un qualcosa di molto prezioso, col tempo lo fu anche il suo contenitore.
Nell’antico Egitto, a questo fine si creò uno dei primi contenitori, l’alabastron, una boccetta porta profumo creata in alabastro; esso era realizzato con forme semplici oppure molto ricercate secondo il valore del suo contenuto; i Greci invece crearono dei magnifici vasi in terracotta o ceramica con decorazioni dipinte a figure nere o rose con motivi geometrici, animali, scene mitologiche o scene quotidiane. Famosi per le stupende lavorazioni in vetro, a partire dal I secolo a.C, furono i Romani (con gli unguentarium) che optarono per questo materiale per la sua leggerezza e preziosità; loro utilizzarono la tecnica del soffiaggio con la quale crearono le prime ampolle di vetro per conservare il profumo.
Durante il periodo bizantino (330 d.C ca – 1453 d.C), le forti influenze delle culture mediorientali allontanarono stilisticamente la loro produzione rispetto a quella dell’Impero Romano d’Occidente. I contenitori di profumo realizzati nell’Impero bizantino, hanno decorazioni più pesanti, fanno uso di anse e maniglie e i disegni seguono quelli mediorientali.
Con il sorgere delle grandi industrie del vetro in Occidente, quella Veneziana, che dal VII secolo fino a oggi ha prodotto dei bellissimi esemplari di bottiglie in vetro colorato. Venezia, essendo un importante ponte di comunicazione tra Oriente e Occidente, è stata influenzata da molte culture nel corso degli anni. Si può vedere l’influenza Islamica in alcuni dei contenitori di profumo, o nella produzione di alcuni articoli tipicamente islamici come le perle profumate o gli spruzzatori di acqua di rose.
Nel XVIII-XIX secolo, si producevano molti contenitori di profumo in diversi materiali come vetro, porcellana, cristallo e metallo; un tipo particolare era quello chiamato opalina, si tratta di una bottiglia realizzata con un tipo speciale di cristallo, esso era di un colore biancastro che ricordava l’opale.
Le bottiglie di profumo di questo periodo erano esclusivamente per la gente benestante, era un prodotto di lusso e fino agli inizi del XIX secolo rimasse uno status symbol.
In questa cornice i volontari di Fondazione AIRC Comitato Friuli Venezia Giulia saranno presenti nello stand per raccogliere fondi per la ricerca sul cancro attraverso la distribuzione di alcuni prodotti.